Dal maggio 2022 su questa rivista non sono più accessibili molte immagini d'arte coperte dal copyright dei proprietari, ovvero generalmente musei e collezioni. Nella gran parte dei casi, l'immagine risulta vuota ma è leggibile la sua didascalia, per cui resta possibile la sua visualizzazione nei legittimi contesti.

Redazione e contatti

Cerca nel sito

Roberta De Monticelli e Carlo Conni, Ontologia del nuovo

 

 

Roberta De Monticelli
Carlo Conni

 

Ontologia del nuovo.

La rivoluzione fenomenologica e la ricerca oggi.

 

Milano, Bruno Mondadori, 2008,
pp. 272,
€ 19,00, ISBN 9788861591127

 

 

Il titolo di questo libro di Roberta De Monticelli e di Carlo Conni allude ad una sfida impegnativa della fenomenologia nei confronti dell’ontologia o in altri termini ad un riposizionamento della fenomenologia nell’ambito del pensiero moderno e contemporaneo. Gli Autori non esitano a parlare, già nell’esplicitazione del titolo, di rivoluzione fenomenologica per le modalità con cui si possono concepire i rapporti tra realtà e apparenza, tra essenza e concetto: una rivoluzione che tocca nodi e snodi sia della filosofia moderna sia di quella antica. La tesi centrale del libro diviso in due parti è che la fenomenologia è un’ontologia, anzi un’ontologia del nuovo nel senso che i modi di apparire delle cose, cioè dei fenomeni, «lungi dall’essere mere parvenze, portino all’esistenza e alla luce cose nuove rispetto ai costituenti di base, di cui pure ogni cosa è fatta» (p. XII). La prima parte del libro è scritta da Roberta De Monticelli e si occupa dei principali strumenti e temi della fenomenologia come metodo della ricerca filosofica, mentre la seconda è scritta da Carlo Conni che esemplifica il metodo fenomenologico nell’ambito del mondo della vita e più segnatamente in alcuni contesti e pratiche della ricerca scientifica (fisica, biologia e neuroscienze). Si impone pertanto una revisione dell’ontologia a partire dalla fenomenologia perché si può partire dal fenomeno che non è semplicemente l’apparenza della cosa. «La parola denota quella che chiameremmo “la struttura emergente” della cosa» (p. 10). Il fenomeno diviene dunque ricchezza ontologica di ciascuna cosa, ciò la cui esperienza è virtualmente infinita, e comunque “profonda” (p. 12). L’Autrice riprende e sviluppa alcune tesi di suoi lavori precedenti (in particolare La conoscenza personale. Introduzione alla fenomenologia, Guerini & Associati 1998), insistendo molto su alcune nozioni husserliane come il vedere eidetico, la coscienza, la distinzione tra l’apriori materiale e l’apriori kantiano. Quest’ultima distinzione è così riassumibile. Per Kant nell’esperienza immediata non c’è mai ordine, né struttura o forma, che sono invece il prodotto dell’attività formatrice dell’intelletto, mentre per i fenomenologi si riconosce all’esperienza sensoriale struttura, ordine e forma, al punto che ciò che è dato è solo in parte empirico. Da questo angolo visuale la De Monticelli rileva come i fenomenologi abbiano sviluppato una critica severa nei confronti del kantismo e della mitologia dell’attività del soggetto. Ma la critica più serrata è condotta dall’Autrice nei confronti della filosofia analitica dove emergono due posizioni riguardo lo statuto della filosofia: da una parte quella che viene definita “Tesi empirista radicale”, per la quale la filosofia è parte della ricerca positiva e la distinzione tra scienze empiriche e filosofiche è solo sulla generalità dei problemi indagati; dall’altra la “Tesi analitico-concettuale”, per la quale la filosofia non è parte della ricerca positiva, giacché mira solo a stabilire verità a priori sull’analisi dei concetti. Rispetto a questi due orientamenti della tradizione analitica, il metodo fenomenologico pur scendendo volentieri sul terreno dell’analisi dei concetti, tende a dare maggior spessore al dato intuitivo.

Il celebre vedere eidetico (da eidos, uno dei termini usati da Platone per “idea”) è ben distinto dal vedere empirico, benché i due atti siano in qualche modo inseparabili. Non c’è fenomenologia senza avere dinanzi agli occhi qualcosa di dato in tutta la sua pienezza intuitiva. L’Autrice propone al lettore alcuni esempi suggestivi (un suono, un volto, un incontro) per chiarire la struttura del vedere eidetico come un vedere esemplare che è poi il modo fenomenologico di istruire una ricerca filosofica.

Nella seconda sezione, Roberta De Monticelli enuclea alcune tesi e regole meta-filosofiche che rinviano e si intrecciano con quelle proprie della fenomenologia (principio di evidenza, principio di trascendenza e principi o di fedeltà). Tra le tesi metafilosofiche è importante segnalare la seguente, così formulata dall’Autrice: “sii disponibile a dare la tua vita per la ricerca filosofica” (p. 64), che equivale più o meno a dire che il vivere è l’esperienza vissuta, è la socratica evocazione di una vita che senza ricerca non è degna di essere vissuta. «Ognuno deve vedere coi propri occhi, toccare con le proprie mani e pensare con la propria testa» (p. 64).

Più complesso è il discorso che l’Autrice sviluppa intorno ai fondamenti teorici della fenomenologia e nella fattispecie intorno alla nozione stessa di realtà. L’assunto potrebbe essere quello stesso della Metafisica aristotelica che è lo studio dell’essere in quanto essere, poiché si tratta di rispondere alla domanda “che cosa è” una determinata cosa? La cosa “libro” è ciò che accomuna tutti i libri? L’essere libro, indipendentemente da questo libro? In altri termini, che cos’è reale?

Reale – risponde De Monticelli – è ciò che per principio non può essere visto “tutto alla volta”, ciò che dà luogo a un’esperienza possibile virtualmente infinita (p. 70). Il capitolo sesto della seconda parte si intitola significativamente Teoria della realtà in cui è presto detto cosa debba intendersi per realtà e per lo studio di essa che è l’ontologia. Due sono i cantieri husserliani aperti: il primo è l’identificazione delle regioni ontologiche, il secondo è l’indagine sulle relazioni fra queste regioni (p. 73).

Il ragionamento dell’Autrice muove dal concetto husserliano di “Fundierung”, «relazione fondamentale nei termini della quale vengono definite le nozioni di intero, parte indipendente o pezzo e parte non-indipendente o momento della Terza ricerca logica» (p. 79), un concetto determinante per la nuova ontologia.

Secondo l’Husserl della Terza ricerca logica, se un qualsiasi dato A è strutturalmente fondato in B, ciò non implica in alcun modo che A debba essere ridotto a B. B è, in un certo senso, il “sostrato” sopra il quale s’innesta l’emergere di un nuovo, che ontologicamente diverge per una moltitudine di fattori e che, dunque, non può in alcun modo essere ridotto al suo costituente e tale è il principio di definizione dell’ontologia che considera l’intero come dei concreta (cioè le cose concrete fatte di una quantità di aspetti e o proprietà. «Questa è la grande novità nell’ontologia formale fenomenologica: è la ricchezza di aspetti interconnessi nell’unità di un concreto che dà la misura della sua realtà, e della sua novità ontologica» (p. 82). Il cantiere più interessante di questa ontologia fenomenologica è la regione persona che sta molto a cuore all’Autrice.

Sulla scia di un’intuizione di Max Scheler, una persona è un’unità concreta di atti (p. 86) e nella fattispecie, di atti sociali. E qui per atti si intendono prese di posizione della vita affettiva e cognitiva, che «istituiscono comunque una relazione alla realtà nuova e diversa da quella di una semplice correlazione organismo-ambiente» (p. 88). Partendo dagli atti liberi, la persona forma la propria identità personale, orienta la sua vita, progetta le proprie attività nel tempo, si impegna nel mondo. La teoria degli atti insegna, dunque, il modo in cui le persone emergono dalla comunità vitale entro cui sono nate.

Altre questioni sono dedicate dall’Autrice alla teoria dell’esperienza (capitolo 7°) e alla teoria della ragione (capitolo 8°) che sono i due settori più innovativi di sviluppi possibili della fenomenologia.

 

La seconda parte del volume, intitolata L’emergere del nuovo, è scritta da Carlo Conni ed esemplifica l’applicazione del metodo fenomenologico all’ontologia del concreto.

Quattro sono i nuclei tematici presi in esame dall’Autore (Ontologia e fenomenologia, Fondazione ed emergenza, Interi e strutture, Il regno di mezzo) attorno a cui egli sviluppa quella che chiama “struttura emergente”, dove l’emergenza è una modalità ontologica costitutiva dei fenomeni. In questo ambito il fenomeno è considerato una sorta di plenum e non come una costruzione cognitiva degli esseri umani, sintesi per intenderci tra riflessione e astrazione. La fenomenologia così intesa – spiega Conni – è la disciplina che studia i fenomeni come contenuti emergenti avulsi dal dualismo fisico/mentale (p. 155). Non c’è dubbio che in questa seconda parte dedicata alle strutture emergenti l’approccio proposto è sperimentale nel senso che la fenomenologia è chiaramente orientata alle questioni empiriche e pratiche della descrizione del comportamento umano nelle sue componenti fondamentali. Ad esempio Conni con molta originalità concentra l’attenzione sull’attività dei sistemi neurali del cervello noti come neuroni specchio che permettono di spiegare fisiologicamente la nostra capacità di porci in relazione con gli altri. Quando osserviamo un nostro simile compiere una certa azione si attivano, nel nostro cervello, gli stessi neuroni che entrano in gioco quando siamo noi a compiere quella stessa azione. Oppure «un semplice movimento del braccio viene immediatamente registrato come il gesto intenzionale di afferrare qualcosa» (p. 151).

Il ragionamento di Conni non evita scogli teorici quando affronta la difficile teoria husserliana degli interi e delle strutture, mentre la conclusione sembra di chiara matrice kantiana, in quanto la dimensione fenomenica dell’esperienza è descritta come un ponte tra la materia e la vita, tra le persone e la realtà fisica degli oggetti, ciò che l’Autore chiama “regno di mezzo abitato da noi come persone umane”.

 

 

Indice

Al lettore: istruzioni per l’uso

Parte prima. La fenomenologia come metodo di ricerca filosofica e la sua attualità
di Roberta De Monticelli

Sezione prima. Esercizi introduttivi e riferimenti di base

  1. La fenomenologia come stile di pensiero filosofico

  2. La fenomenologia come metodo filosofico

  3. Battaglie che durano. La questione dell’oggettività e lo scetticismo

Sezione seconda. Domini di ricerca

  1. Tesi e regole metafilosofiche (M)

  2. Tesi e regole della filosofia fenomenologica

  3. Teoria della realtà

  4. Teoria dell’esperienza

  5. Teoria della ragione. Ragione in senso proprio

  6. La sfera della motivazione e i limiti della ragione

Appendice

Parte seconda. L’emergere del nuovo

di Carlo Conni

  1. Ontologia e fenomenologia

  2. Fondazione ed emergenza

  3. Interi e strutture

  4. Il regno di mezzo

Glossario dei termini equivoci

Scheda bibliografica

Bibliografia

Indice dei nomi