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Dell’immagine che non deve suturare il vuoto

 

Kate, aspettami qui un minuto. È per la tomba di mio padre, che è stato assassinato, pover’uomo! Ti racconterò. Torno fra un attimo; il tempo di cogliere un fiore, un semplice fiore di carta […]
J.Laforgue
, Amleto o le conseguenze della pietà filiale

Ci sono pensatori che solo dopo molto tempo cominciano ad essere valutati nella loro originale proposta teoretica, e ciò non per scarsa notorietà “in vita” ma per un suo eccesso. È questo, a mio avviso, il caso di Adorno, cui sicuramente nocque l’interpretazione dei suoi testi troppo legata ai dibattiti interni alla revisione critica del marxismo degli anni Sessanta e Settanta dello scorso secolo. In tale dibattito le sue tesi teoretiche furono per lo più trattate come semplice sfondo delle sue (e di Max Horkheimer) analisi critiche della società tardo-capitalistica (specie americana) e non affrontate in quanto tali. In tal modo si perse ad esempio l’occasione di interpretare il suo pensiero attraverso un raffronto con la filosofia francese degli anni Sessanta, con i vari Deleuze, Lyotard, Derrida, Foucault, per fare alcuni nomi, autori che, nella gestazione e nella stessa formulazione delle rispettive proposte teoretiche, pur dovettero fare i conti almeno con il pensiero di Adorno. ...


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